Riforma di Roma: né occasione né speranza, il progetto di autonomia si ferma di nuovo
La proposta di trasformare Roma in una mini Regione è bloccata, con il sindaco Gualtieri che promuove un approccio collaborativo e Rocca contrario a nuove autonomie, lasciando la città in attesa di riforme.

Riforma di Roma: né occasione né speranza, il progetto di autonomia si ferma di nuovo - Movitaliasovrana.it
La discussione su una riforma che trasformerebbe Roma in una mini Regione ha suscitato interesse e aspettative, ma recenti sviluppi hanno riportato il progetto a una fase di stallo. I protagonisti della politica romana, Roberto Gualtieri, sindaco della Capitale, e Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, sembrano mettere freni all’ambiziosa proposta. Un ulteriore capitolo per una città che attende da decenni una riforma significativa della sua governance.
il freno del sindaco gualtieri e la proposta del metodo giubileo
Roberto Gualtieri ha voluto mettere in chiaro la sua posizione riguardo alla trasformazione del sindaco in una figura con poteri straordinari. La sua affermazione, “non serve trasformare il sindaco in un re”, richiama a una visione di gestione più collettiva e collaborativa. Quello che l’amministratore romano sembra suggerire è che la soluzione ai problemi di Roma non risieda unicamente in poteri speciali o nuove autonomie, ma piuttosto nell’approccio del metodo Giubileo.
Quest’ultimo non è altro che un invito a portare attorno a un tavolo tutte le istituzioni coinvolte: governo centrale, Regione, ministeri e attori locali. Gualtieri sottolinea l’importanza della coordinazione e della collaborazione come chiavi per affrontare le problematiche storiche della capitale. Tuttavia, anche se riconosce che alcuni poteri speciali potrebbero essere utili, il sindaco avverte che “occorre un maggior coinvolgimento per ottenere risultati concreti.”
Il suo discorso pone l’accento sulla necessità di una pianificazione strategica, che potrebbe assomigliare al lavoro fatto per il Giubileo, considerato uno dei momenti di massima cooperazione a Roma. Ma resta la domanda su quali siano realmente le leve che possono far progredire l’amministrazione della città, specialmente quando i poteri decisivi sembrano rimanere ancora lontani e scollegati dalle esigenze dei cittadini.
la posizione ferma di rocco: un nuovo assetto è utopia
Dall’altro lato, Francesco Rocca ha ribadito la sua ferma opposizione all’idea di creare una nuova Regione per Roma, rispondendo in modo deciso alle sollecitazioni della Commissione Affari Costituzionali della Camera. La sua posizione è chiara: non si tratta semplicemente di aumentare il numero di competenze, ma piuttosto di definire quelle esistenti senza sconfinare in aree cruciali come il trasporto pubblico locale o la protezione civile.
Rocca ha precisato che bilanciare le competenze legate ai beni culturali, al turismo e al commercio è importante. Tuttavia, l’esclusione di settori chiave lascia trapelare una mancanza di coesione tra gli obiettivi e le azioni necessarie per rendere Roma una città realmente efficiente. Il suo approccio riflette una certa cautela, che “rischia di far scivolare il progetto nell’oblio.”
Queste considerazioni non fanno altro che acuire la frustrazione per un’incessante discussione su riforme necessarie, ma che faticano a maturare. La sensazione è che, mentre la volontà di migliorare ci sia, la strada per farlo si complica quando si entra nel merito delle decisioni.
un futuro incerto per la capitale
Nel frattempo, la riforma resta bloccata in Commissione, sospesa tra le stanze del potere e le aspettative dei cittadini. I parlamentari continuano a lavorarci, ma senza un sostegno chiaro dagli organi locali, il rischio è che la proposta si fermi come le molte altre nel passato. Questo scenario lascia Roma in una situazione ambivalente: troppo grande e complessa per rimanere un semplice comune, ma senza una rotta chiara per diventare un’entità decisamente più autonoma.
I cittadini assistono, in attesa di notizie e sviluppi che sembrano sempre più lontani. La speranza di discusso riforme rimane come un eco nel dibattito pubblico, dove le promesse di cambiamento si scontrano con la dura realtà di una politica che fatica a trovare un accordo. In un contesto così, la domanda si ripropone costantemente: “riuscirà Roma a trovare la sua via verso un potere più significativo, o continuerà a restare nel limbo di decisioni mai attuate?”